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Scrivere di buoni propositi per mettere mero su bianco idee e aspettative

Ai buoni propositi ci crediamo ancora?

Mi sono sorpresa a pensare per la prima volta ai buoni propositi, lo scorso 27 dicembre.
In quanto “figlia dei social”, ho preso il telefono, ho aperto Instagram e lanciato un sondaggio nelle mie storie, in cui chiedevo quanti ancora ci credessero. La maggior parte delle persone che ha risposto al sondaggio, ha scelto “inzomma”. Ma anche:

Quindi non sono l’unica che nutre dei dubbi sulla famosissima lista dei buoni propositi…

In questo 2022 mi sono scoperta una Marti in ritardo. Non tanto agli appuntamenti, quanto più in scelte di vita che avrei dovuto avere il coraggio di fare prima. Ma non me ne rammarico perché, per la prima volta da quando mi conosco, la lentezza che mi ha portata a questi “ritardi” è stata la luce che mi ha permesso di vedere meglio… Me stessa.
Dunque, non è stata una sorpresa per me arrivare a pensare ai buoni propositi solo due mesi dopo l’inizio del nuovo anno. Ed è stata una piacevole scoperta rendermi conto che non ci credo più.

Cosa sono i buoni propositi

Quando pensiamo ad un proposito da inserire nella nostra lista, ci vengono in mente attività o scelte molto pratiche come il riprendere a fare sport o introdurre più verdure nella nostra dieta. Ma anche cambiamenti più grandi, che coinvolgono sfere della nostra vita come quella lavorativa o personale.
Si tratta di nuovi progetti che vogliamo sviluppare in relazione ad un ideale di noi stessi. I buoni propositi sono dichiarazioni di intenti che facciamo a noi stessi per migliorare la nostra vita o il nostro comportamento in qualche modo. Molti di noi fanno buoni propositi all’inizio dell’anno, ma spesso non riusciamo a mantenerli a lungo termine.
Non possiamo chiamarli obiettivi perché dietro si nasconde un’analisi, più o meno conscia, delle nostre capacità attuali e delle potenzialità a cui miriamo.

Ed è proprio questo aspetto introspettivo che mi affascina, e che non vorrei si precludesse solo ad un particolare periodo dell’anno. Dovrebbe essere una riflessione costante nella nostra vita. Perché non siamo le stesse persone che siamo state lo scorso mese e sono certa non saremo le persone di oggi il prossimo Marzo.

Io non ci credo più ai buoni propositi

Perché spesso i buoni propositi sono troppo vaghi o irrealistici: “fare più esercizio” non ci aiuta a capire come farlo. “Andare in palestra tre volte a settimana”, si.
Per arrivare a questo punto, però, serve tantissima motivazione. Posso sentirmi entusiasta all’inizio, ma man mano che il tempo passa, perderei interesse o sentirei la necessità di focalizzarmi su altre cose.

A proposito di fallimenti…
Troppo spesso, poi, mi preoccupo dei fallimenti o delle ricadute. Il non poter mantenere la tabella di marcia per un giorno o due, mi farebbe sentire come se avessi già fallito. E so di non essere l’unica ad inciampare in questa trappola mentale. Sì, mentale.

Perché i fallimenti sono normali e accettabili e possiamo sempre riprendere da dove abbiamo lasciato. I fallimenti fanno parte del percorso di crescita e io che lo sto imparando solo ora, solo a 30 anni, con un cambio vita totale in corso…

Mi sento di poter rinascere più leggera ad ogni fallimento.
E poi, ci rimetto la giusta attenzione e tutto l’impegno che posso per raggiungere raggiungere i miei intenti e migliorarmi.


Fonte immagine di copertina: https://it.freepik.com/

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